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giovedì 29 settembre 2016

Recensione «La Principessa degli Elfi»

Buona sera Librosi lettori!
È con immensa emozione che pubblico la mia prima recensione su questo neonato blog (siate clementi perciò ahah!).
All'inizio non sapevo bene cosa scrivere, come iniziare, mi mancavano le parole. Appena terminato di preparare la veste grafica ed alcuni ultimi collegamenti (non avete idea di quanti giorni ci abbia messo!), ho aperto questa pagina vuota e.... "E ora cosa scrivo?!", mi son detta osservando il bianco abbagliante del foglio digitale al di là dello schermo del mio computer.
Ho quindi aspettato qualche ora, concedendomi un po' di relax, per poi tornare qui a mente lucida dicendomi che niente era meglio di esser me stessa. E così eccomi qui!
La Bottega Librosa nasce dal forte amore per i libri e da un'irrefrenabile voglia di condividere la mia passione con altri amanti della lettura. È per me un mondo nuovo, ancora un po' sconosciuto (per il momento), ma che cercherò di rendere il più accogliente possibile.
La mia speranza è che anche voi, cari Librosi che visiterete il mio blog, possiate trovarvi a vostro agio qui con me nella Bottega, e che possiate affezionarvi a "lei" così come mi sto già affezionando io, nonostante ci sia uno schermo a dividerci.
Parlavo prima che per me La Bottega è un mondo nuovo, ma che imparerò presto a conoscere e in cui imparerò presto a muovermi; proprio come la protagonista del romanzo che sto per recensirvi, ossia una ragazza che dal torpore della sua vita "normale", passa improvvisamente alla dinamicità di un mondo che non conosce e in un corpo che non è il suo!
Ho terminato di leggere questo libro un bel po' di settimane fa, sperando di poterlo presto recensire qui nella Bottega. C'è voluto del tempo, ma finalmente eccolo qui! Mi scuso già da ora per eventuali refusi o punti poco chiari.

Titolo: La Principessa degli Elfi (Autoconclusivo)
Titolo orginale: The Changeling
Data di pubblicazione: Ottobre 2015
Autore: Herbie Brennan
Editore: Mondadori
Genere: Fantasy, Avventura
Prezzo di copertina: € 17.00
Pagine: 301
Disponibile anche in ebook {potete acquistarlo QUI}.
Voto:


Anna è una guerriera invincibile, e nemmeno gli orchi più feroci possono sfuggire ai suoi attacchi letali. Finché il videogioco non si spegne e Anna torna alla sua vita di sempre, quella di una quindicenne costretta su una sedia a rotelle.
Ma al "Lucca Comics & Games" la realtà si avvicina al sogno, e Anna può finalmente immergersi nei suoi amati scenari fantasy... più di quanto possa immaginare: un gruppo di bizzarri cosplayer la rapisce per condurla nel regno di Elfenlind, un mondo parallelo dove rinasce nel nuovo, agile corpo della bellissima principessa degli elfi, Folia.
Una dura missione la attende: sconfiggere in duello Sua Grande Enorme Immensità la regina Glypta, che da anni opprime il popolo con le sue folli angherie. Con l'aiuto del vampiro Betula, raffinato degustatore di sangue, della strega Serotina, carismatica incantatrice, e di Ophion, eroe fissato con le donzelle indifese, Anna dovrà combattere nell'arena del Festival del Rinnovo Reale e salvare Elfenlind.



La mia recensione


Molti di voi conosceranno già il celebre autore di questo romanzo: Herbie Brennan, ormai noto per aver scritto la famosa saga de "La Guerra degli Elfi"; sempre pubblicata da Mondadori e che ha riscontrato un notevole successo.
Sarò onesta, non ho mai letto questa saga per cui non la conosco. Sì lo so... probabilmente qualcuno di voi che invece l'ha letta potrebbe pensare di me come ad un'eretica! (Va perciò a lapidarsi da sola), ma non temete. Un giorno la leggero anch'io e pubblicherò la mia recensione, potete contarci!
Ma passiamo al libro in questione. Sono una persona alla quale piace essere onesta e sincera quando parla, e in tutta onestà questo romanzo non ha suscitato in me quell'emozione che solitamente porta ad un'irrefrenabile desiderio di "divorare" l'intero libro tutto d'un fiato.
Dalla trama il romanzo si preannuncia piuttosto interessante: abbiamo a che fare con una storia ambientata a Lucca nel periodo del famigerato festival del fumetto "Lucca Comics & Games", meta di moltissimi appassionati e di molti nerd che quindi si sentirebbero chiamati in causa trovandosi davanti ad un libro di questo tipo e che quindi (come è successo a me), sarebbero portati a leggerlo assolutamente. I coprotagonisti hanno l'aria di essere in gamba e di avere un ruolo rilevante nella difficile missione che si prospetta per la protagonista.

La protagonista è Anna, una ragazza un po' speciale... ha quindici anni, non possiede alcun super potere particolare, nessuno le presta molta attenzione, ha sempre bisogno di qualcuno che l'assista, e la sola persona che le è sempre vicino pronta per aiutarla è sua madre; una donna molto amorevole e molto apprensiva nei confronti di sua figlia.
Anna è una ragazzina disabile, costretta su una sedia a rotelle in un corpo gracile e deformato per via della malattia che non le permette nemmeno di esprimersi e quindi comunicare con gli altri anche solo verbalmente.
Anna sogna di poter avere una vita normale come tutte le altre ragazze della sua età, e si sente forte e autonoma solo grazie ai suoi videogiochi di ruolo online. In particolare c'è un gioco che lei ama tanto, Elfenlind. Qui Anna può essere chi vuole, destreggiarsi e combattere in un corpo forte e sano, invincibile, quello di un elfa.

(...) In Elfenlind Anna era un'elfa arciere vestita di verde. In Elfenlind poteva correre, saltare, combattere. Incoccò una freccia all'arco con un gesto rapido e preciso. Adorava Elfenlind. I comandi erano semplici, il mondo sconfinato, l'azione frenetica. E soprattutto il programma lasciava moltissimo spazio all'immaginazione. A volte riusciva a perdersi in quell'universo parallelo e a dimenticare la realtà. (...) Quando colpì l'orco, con tutta la forza di cui disponeva, provò una gioia profonda, quasi travolgente. I punti vita dell'avversario precipitarono e l'orco rovinò a terra come un albero abbattuto. Anna si abbandonò a un'esultanza liberatoria. In quell'istante si sentì magnifica, straordinaria. Subito dopo fu assalita da una profonda tristezza. Aveva vinto, ma restava inchiodata a una sedia a rotelle. 
La Principessa degli Elfi }

Ma è quando una sera Anna prende l'iniziativa e decide di uscire da sola per la città senza dir nulla a sua madre, che la sua vita cambierà radicalmente.
Viene rapita da un gruppo di ragazzi dall'abbigliamento un po' bizzarro, che per questo lei scambia per cosplayer, risvegliandosi ad Elfenlind; un mondo parallelo (che per ironia del caso si chiama come il suo videogioco preferito) del quale scopre di esserne la principessa, ossia la legittima erede al trono.
Anna nei panni della bellissima principessa Folia avrà una missione da compiere: sconfiggere la regina Glypta (una grassona sadica e senza scrupoli) nell'arena del Festival del Rinnovo Reale per poter salvare il regno e il suo popolo dalla sua tirannia.
Ad aiutarla ci saranno una strega, un vampiro, e un guerriero con manie di eroismo, nonché ragazzo molto affascinante, senza dimenticare il Gran Capo Consigliere della regina, Quercus, e il fratello di quest'ultimo, Andricus.
Ma un grande segreto si cela nel passato di Anna, un segreto circa la sua nascita...
Anna scoprirà di essere una Changeling. Ma che cos'è esattamente una Changeling?
Per quale motivo Anna si trova ad Elfenlind? Riuscirà a salvare il suo regno?

Tutto molto intrigante all'apparenza, ma personalmente ho trovato questa lettura poco entusiasmante nel concreto. Su trecentouno pagine solo dalla centotredicesima (capitolo ventuno del libro) la storia inizia inizia a presentare un po' più di azione da parte della protagonista.
Ho riscontrato alcune scene e situazioni un po' troppo scontate o lasciate poi in sospeso, che mi hanno lasciata spesso in bilico sul baratro del dubbio e per le quali ho cercato risposte fin nell'ultima pagina senza però mai trovarne.
Le due cose che più mi hanno lasciata perplessa sono state: prima di tutto il fatto che Anna si trovasse in un mondo di nome Elfenlind, perché creare un mondo che si chiama preciso e identico videogioco preferito della protagonista se poi questa omonimia non viene spiegata e non ha nulla a che vedere col gioco in questione?
Mi ha fatta anche piuttosto sorridere il fatto che lei stessa non si sia resa conto subito di questa "coincidenza".

(...) Poi, sull'orlo della disperazione, chiese: «Cos'è un Retro Terminal?». «Una piattaforma di trasporto» rispose Ophion prontamente. «I Terminal Centrali conducono i viaggiatori fuori dal regno. Per tornare a Elfenlind si usano i Retro Terminal. Serotina ha comprato anche il ritorno. Così potrete raggiungere Quercus.» Quelle spiegazioni non erano molto utili. Anna stava quasi per rinunciare, ma poi ripensò all'espressione "ritorno". Forse stava per "biglietti di ritorno". Finalmente qualcosa di familiare. 
La Principessa degli Elfi }

Penso a che chiunque trovandosi nella medesima situazione, anziché pensare al fatto che anche in quel mondo ci siano dei biglietti per viaggiare con dei mezzi pubblici, balzerebbe all'orecchio il nome del proprio videogioco preferito. Ma la nostra protagonista non sembra fare una piega udendolo pronunciare dalla bocca del ragazzo.
L'idea dell'omonimia con il videogioco non era male di per sé, certo poteva essere sviluppata meglio.
Ma non è tutto. Anche alcuni personaggi (e sto parlando degli "aiutanti" della protagonista), che si presentano molto interessanti all'inizio, perdono gran parte della loro importanza nel corso della storia. La loro presenza non risulta essere molto rilevante se non per qualche sottigliezza.

Dal mio punto di vista la storia prende via via pieghe piuttosto banali facendo perdere quell'entusiasmo di proseguire con voracità il libro fino all'ultima pagina; infatti anche i ritmi sono piuttosto lenti per poi giungere verso la fine in cui risultano evidenti dei tentativi "forzati" di arrivare ad una conclusione avvincente.
Certo è che non posso dare una valutazione totalmente negativa a questo libro, anche perché a dispetto di questi difetti la storia di fondo e i personaggi risultano piuttosto interessanti. Solo, ripeto, personalmente avrei preferito che il tutto venisse sviluppato meglio. Ma mi sento di attribuire parte della colpa al fatto che trattandosi di un autoconclusivo, sia piuttosto difficile far incastrare il tutto in poche pagine.
La narrazione seppur a tratti lenta e monotona è comunque piacevole e ben dettagliata, permettendo al lettore di immedesimarsi nelle singole vicende.
Un'altra cosa che ho apprezzato è il messaggio che ho recepito dalla lettura di questo libro. Ossia che anche se possiamo sembrare deboli e indifesi, o se ci sentiamo tali, possiamo scoprire che in realtà dentro di noi è celata una forza grandiosa che se fatta affiorare ci rende in grado di affrontare qualsiasi ostacolo che possa sembrare insormontabile di fronte a noi.

Mi sento inoltre di elogiare la cover illustrata dal famosissimo Paolo Barbieri (citato anche dentro il romanzo in questione). Stupenda, come del resto tutte le sue illustrazioni. In essa vengono messe in risalto la bellezza elfica e ammaliante di Folia, accentuata da dei colori che spiccano catturando l'attenzione e l'occhio di potenziali lettori.



Giudizio finale: il mondo di Elfenlind è molto curioso, ma non mi ha convinta appieno!

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Livello di "passione": totale assenza di scene passionali. Solo qualche frase romantica qua e là.